ALCUNE FERROSE FAMOSE
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Massa conosciuta:
Provenienza:
Trovata:
Alcune fra le meteoriti più grandi e pesanti conosciute sono state trovate, assieme a migliaia di frammenti minori, nei pressi della località argentina chiamata Campo del Cielo
(nell'idioma indigeno Toba: Pingüen N'onaxa o Pingüen Nunralta, mentre nell'idioma Wichí: Otumpa), un’estesa zona geografica della divisione del Chaco Austral, situata sul confine delle province Chaco e Santiago del Estero,
a circa 800km a Nord-Ovest di Buenos Aires. Questa zona è famosa per la presenza di numerosi crateri meteoritici, attualmente se ne conoscono almeno 22,
il più grande e più studiato ha un diametro di 50 metri e si trova nei pressi del villaggio di Chorotis.
Gli studi effettuati hanno permesso di ricostruire quello che avvenne circa 4000 anni fa, un grosso oggetto ferroso del peso stimato di 840 tonnellate esplose a contatto con l'atmosfera,
disintegrandosi e disseminando al suolo migliaia di meteoriti. Le più grandi, impattando contro il terreno, diedero origine ad una serie di crateri.
Nelle mitologie locali vi sono racconti collegabili a questo evento, ciò ci lascia supporre che gli avi delle odierne popolazioni indigene assistettero alla caduta.
Si pensa che questa sia stata una delle piogge di meteoriti più massicce della storia. Anche al giorno d’oggi sistematiche ricerche, unite a fortuiti ritrovamenti, continuano a portare alle luce decine e decine di meteoriti,
alcune delle quali con masse di svariati quintali. È lecito presupporre che decine di tonnellate di meteoriti siano ancora sepolte nel terreno ed attendano solo di essere trovate.
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Massa conosciuta:
Provenienza:
Trovata:
La meteorite ferrosa Dronino è stata trovata da Oleg Gus’kov nel luglio del 2000 mentre stava tornando a casa dopo essere andato a raccogliere dei funghi nei pressi del villaggio di Dronino, nella regione russa di Ryazan
(a circa 300km a sud-est di Mosca).
Gus’kov si imbattè in un grosso pezzo di ferro arrugginito che in parte sporgeva dal terreno, tentò di raccoglierlo, ma non riuscì ad estrarlo.
Supponendo di aver trovato una meteorite tornò il giorno dopo con una pala ed una carriola, questa volta ebbe successo e portò lo strano oggetto a casa, lasciandolo in giardino per i successivi due anni.
In questo lasso di tempo la meteorite si ruppe in 3 pezzi, Gus’kov decise di segare uno dei campioni per vederne l'interno, rendendosi conto che si trattava davvero di una meteorite informò della sua scoperta diversi esperti.
All’inizio del 2003 gli scienziati del Vernand (Vernadsky Institute of Geochemistry and Analytical Chemistry), uno dei più importanti istituti dell’Accademia Russa delle Scienze,
certificarono l’origine extra-terrestre del campione, sospettando però che si trattava di un frammento appartenente ad una caduta di meteoriti molto vasta.
Sistematiche ricerche svolte nell’estate del 2003 portarono infatti alla luce oltre 600 frammenti (il più grande pesava quasi 250kg) per una massa complessiva di circa 3000kg.
Non vi è alcuna testimonianza circa la caduta di meteoriti nella zona, questo lascia immaginare che la Dronino cadde prima del 1200, anno in cui vennero edificati i primi insediamenti.
Si stima che la meteorite cadendo generò un cratere della dimensione di circa 30 metri, al giorno d’oggi reso del tutto irriconoscibile dall’azione degli agenti atmosferici.
Le analisi svolte sulla meteorite Dronino hanno permesso di capire che contiene prevalentemente ferro, circa il 7.00% nichel ed il 0.75% di cobalto.
Nella matrice metallica sono disperse per quasi il 10% del volume inclusioni di solfuri ferrosi con dimensioni di qualche millimetro.
Lo scarso contenuto di oro e gallio rende la Dronino una meteorite unica e diversa da ogni altra meteorite, o gruppo di meteoriti ferrose ad oggi conosciute.
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Provenienza:
Trovata:
La meteorite ferrosa Gibeon cadde in epoca preistorica in una regione della Namibia meridionale.
Prende il nome dalla località di Gibeon, a Sud-Est della quale sono stati ritrovati la maggior parte dei campioni.
I primi frammenti vennero scoperti dalle popolazioni del Kalahari (soprattutto i Nama) che li usarono per costruire punte di lance e altri utensili in ferro.
Nel 1836 il capitano inglese J. E. Alexander raccolse alcuni “sassi ferrosi” nella zona del Great Fish River e li inviò a Londra, il chimico John Herschel analizzandoli ne confermò per la prima volta l’origine extraterrestre.
In seguito, con il diffondersi delle fattorie coloniali vennero trovate molte altre meteoriti. Nel 1853 un campione del peso di 81kg fu portato a Città del Capo.
Seguirono ritrovamenti di frammenti ancora più grandi: uno di 232kg fu recuperato nel 1857 e nei primi anni del XX secolo furono rinvenuti alcuni esemplari del peso di diverse centinaia di chili.
Dai prospetti esguiti in base ai ritrovamenti si è potuto capire che i frammenti sono dispersi su un'area ellittica lunga 275km e larga 100km.
A differenza di altre meteoriti dalla composizione simile trovate in altre parti della Terra, i frammenti della meteorite Gibeon rinvenuti sono generalmente di grosse dimensioni,
probabilmente a causa del secolare sfruttamento da parte delle popolazioni locali dei campioni più piccoli.
Questa meteorite è costituita principalmente da ferro (91,7%) e nichel (7,7%), la sua struttura ottaedrica fine presenta figure di Widmanstätten con una tessitura particolarmente incisa ed esteticamente molto apprezzata
sia dai collezionisti che dai gioiellieri, che ne realizzano prodotti di lusso.
33 grossi frammenti sono in esposizione permanente a Windhoek, capitale della Namibia, in una delle principali vie del centro. Da qualche anno le meteoriti di Gibeon sono protette dalle leggi della Namibia
e l'esportazione non autorizzata è assolutamente vietata.
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Massa conosciuta:
Provenienza:
Trovata:
La meteorite ferrosa Henbury proviene dal centro del continente australiano, 145km a Sud-Ovest di Alice Springs. Le analisi effettuate hanno permesso di calcolare che cadde circa 4200 anni fa.
Il suo nome deriva da quello della cattle station (l'equivalente australiano dei ranch statunitensi) casualmente sorta nelle vicinanze del luogo di impatto, che a sua volta prese il nome dal villaggio di Henbury in Inghilterra,
dal quale provenivano i suoi fondatori.
Nel 1899 il proprietario della fattoria scoprì una serie di crateri meteoritici, di cui nessuno si interessò fino a quando nel 1930 la meteorite Karoonda non cadde nel sud dell'Australia, catalizzando l'attenzione sull'argomento.
Nella zona si contano 12 crateri, fra i meglio conservati di tutta la Terra, con diametri che vanno dai 7 ai 180 metri e profondità che raggiungono i 15 metri.
Il primo scienziato a raggiungere i crateri fu A.R. Alderman dell'univesità di Adelaide, che pubblicò nel 1932 i risultati delle sue ricerche. Numerosi altri studi vennero svolti negli anni seguenti.
Il complesso di crateri di Henbury si trova nel mezzo di un crocevia di svariati gruppi linguistici aborigeni, il luogo è considerato sacro dalla popolazione Arrernte,
che probabilmente assistette alla caduta e tradizionalmente chiama il complesso di crateri "Tatyeye Kepmwere".
Gli aborigeni del luogo non si avvicinano mai troppo ai crateri e non bevono l'acqua piovana che vi si raccoglie, temendo che il "fuoco del diavolo" li pervada attraverso un frammento metallico della meteorite.
Un aborigeno Luritja a proposito del complesso di crateri disse: "Un diavolo di fuoco scese dal Sole e fece la sua casa sulla Terra. Egli bruciò e mangiò tutti gli uomini cattivi".
Questa testimonianza ci lascia intuire che effettivamente in un lontano passato qualcuno assistette alla caduta della meteorite di Henbury e tramandò ciò che vide.
Una leggenda del luogo invece attribuisce la formazione dei crateri a Mulumura, una gigantesca donna-lucertola, che scavò nel terreno queste formazioni a forma di ciotola,
secondo questa leggenda le meteoriti ferrose rinvenute nella zona sono del materiale che Mulumura scartò.
Le spedizioni di ricerca nella zona hanno rinvenuto centinaia di campioni, per una massa complessiva di circa un paio di tonnellate, anche al giorno d’oggi è possibile trovare numerosi campioni.
Le meteoriti di Henbury sono molto ben conservate, i campioni interi sono apprezzati dai collezionisti per la particolarità delle loro forme, mentre le sezioni sono ricercate per la qualità delle
figure di Widmanstätten che rivelano dopo essere state trattate con una soluzione di acido nitrico ed alcol.
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Massa conosciuta:
Provenienza:
Trovata:
La meteorite ferrosa Muonionalusta venne trovata per la prima volta nel 1906, nel villaggio di Kitkiöjärvi nel profondo nord della Svezia, circa 140km a nord del circolo polare artico.
Si racconta che due bambini, mentre accudivano il bestiame, si misero a prendere a calci dei sassi, accidentalmente uno dei due colpì uno strano oggetto molto pesante ed arrugginito, che riportò a casa con se.
Solamente nel 1910 si scoprì essere una meteorite. Nei decenni seguenti vennero casualmente trovati altri due campioni, nel 1946 durante la realizzazione di un terrapieno e nel 1963 nel corso di scavi
per la realizzazione di una diga. Nel 1999 cominciarono sistematiche ricerche con potenti e sofisticati metal-detector, vari team provenienti da tutto il mondo rinvenirono centinaia di campioni
con pesi che andavano da meno di un chilo fino oltre la tonnellata, ancora oggi nella zona è possibile trovare numerose meteoriti.
I campioni sono distribuiti in maniera del tutto casuale su una superficie di circa 25x15km e a profondità assolutamente variabili, talvolta anche superiori ai 2 metri.
Gli studi hanno dimostrato che la Muonionalusta è la più vecchia meteorite conosciuta, si pensa che sia caduta sulla Terra circa un milione di anni fa, superando quasi indenne ben quattro glaciazioni,
fu proprio l’avanzata dei ghiacci che la sparpagliò con così grande casualità.
La superficie delle meteoriti rinvenute tipicamente è piuttosto alterata, terriccio, sassolini e ciottoli sono stati "cementati" assieme da solide concrezioni di ruggine.
Tuttavia l’interno dei campioni appare ben conservato, probabilmente il ghiaccio ed il permafrost hanno preservato questa meteorite dalla catastrofica azione degli agenti atmosferici,
permettendole di giungere fino ai giorni nostri quasi intatta.
Recentemente all’interno della Muonionalusta è stata rinvenuta della stishovite, un rarissimo minerale che si forma solamente a pressioni e temperature estremamente elevate.
Le analisi condotte hanno evidenziato che questo minerale si formò circa 400 milioni di anni fa, probabilmente in seguito ad un impatto fra asteroidi, forse fu proprio questo evento a lanciare parte del nucleo
metallico di uno dei due corpi celesti in quel lungo viaggio nello spazio che lo ha portato a cadere sul nostro pianeta.
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Caduta:
Alle 10.30 del 12 febbraio 1947, nei pressi dei monti Sikhote-Alin, nella Siberia orientale molti testimoni assistettero alla più grande e vasta pioggia di meteoriti della storia recente.
Videro provenire da nord un enorme bolide, lo descrissero più luminoso del Sole. Il bagliore ed il boato furono percepiti ad oltre 300km di distanza dal punto dell'impatto.
Una scia di fumo lunga oltre 30km rimase in cielo per parecchie ore prima di dissolversi completamente.
Quando l'oggetto ferroso, del peso stimato di 900ton, entrò nell'atmosfera alla velocità di circa 14km/s iniziò a frammentarsi.
Ad un'altitudine di 5,6 km la massa principale, con una violenta esplosione si disintegrò in una moltitudine di oggetti, che proseguendo nella caduta si frammentarono a loro volta, in un susseguirsi di esplosioni secondarie.
Esistono due diverse tipologie di meteoriti Sikhote-Alin, che si differenziano dal punto di vista estetico. Tale diversità è dovuta ai differenti momenti nei quali i due tipi di campioni si sono formati.
Il primo tipo, dalla superficie liscia e levigata, deriva da frammentazioni avvenute ad alta quota. I campioni hanno avuto modo di "viaggiare" per più tempo attraverso l'atmosfera,
l’aria ne ha plasmato la forma, generando caratteristiche superficiali come i regmaglipti
(cavità simili per forma e dimensione alle impronte lasciate dalle dita sulla creta fresca) e le "linee di flusso"
(minuti rigagnoli di metallo fuso ed in seguito solidificato, sospinti dalla parte frontale dei frammenti a quella posteriore dall'azione dell'aria).
In rari casi l'effetto dell'atmosfera ha "scolpito" le meteoriti conferendo loro delle particolari forme aerodinamiche, a scudo o a proiettile.
Questa tipologia di campioni è considerata la più bella, è la più ricercata dai collezionisti e di conseguenza è quella di maggior valore.
Il secondo tipo, frammenti dalla forma irregolare e contorta, chiamati in gergo "shrapnel", derivano invece da schegge di metallo che non hanno avuto abbastanza tempo per interagire con l'atmosfera.
Alcune derivano dalle ultime esplosioni a bassa quota, altre sono il risultato della frammentazione di grossi campioni in seguito all'impatto contro il terreno ghiacciato.
Il loro aspetto frastagliato e spesso ritorto è dovuto alle spaventose forze generate dall'impatto contro l'atmosfera ed il suolo.
La meteorite cadde di giorno e fu osservata da numerosi testimoni, questo permise a Vasiliy Grigorievich Fesenkov, presidente del comitato per le meteoriti dell'Accademia Russa delle Scienze,
di raccogliere una quantità di dati sufficiente a stimare l'orbita dell’oggetto prima del suo impatto e capirne quindi la provenienza. L’afelio, ovvero il punto dell'orbita più distante dal Sole, doveva
trovarsi all'interno della fascia principale degli asteroidi.
P. J. Medvedev, un artista russo testimone dell'evento, era seduto davanti alla sua finestra e aveva appena iniziato a dipingere quando vide il bolide, immediatamente lo impressionò in un celebre dipinto.