IL SISTEMA SOLARE


Le comete

Fotografia ravvicinata del nucleo della cometa Tempel 1 ripresa dalla sonda Deep Impact che vi lanciò contro un proiettile da 370 kg. Vari strumenti ripresero l’impatto e dall’analisi dei dati registrati si poterono approfondire le nostre conoscenze a proposito della composizione di questi particolari oggetti celesti.

Fonte: NASA

La cometa 17P/Holmes, in questo caso la chioma cometaria era particolarmente evidente, nella fotografia appare come una struttura verdastra vagamente sferica che si sviluppa tutt’attorno al nucleo.

Fonte: Don J. McGrady

Parlando di comete è necessario trattare in maniera separata il nucleo cometario, la chioma e la coda. I nuclei cometari sono oggetti con dimensioni tipicamente inferiori ai 15 km, eccezionalmente si sono osservati nuclei di 30-40 km, anch'essi rientrano dunque a far parte della categoria dei corpi minori. Generalmente si trovano nelle regioni più periferiche del Sistema Solare, si stima che ce ne possano essere circa mille miliardi. Per meccanismi non ancora del tutto spiegati può capitare che abbandonino i profondi spazi siderali ed attirati dalla forza di gravità del Sole si dirigano verso il centro del Sistema.
Può accadere che delle comete si stabilizzino su orbite regolari, verranno allora chiamate "comete periodiche" e, come il nome lascia correttamente intuire esse appaiono ad intervalli regolari in cielo, fra un avvistamento ed il successivo possono passare pochi anni così come parecchi secoli. Altre comete invece dopo il passaggio ravvicinato nei pressi del Sole si dirigono nuovamente verso le regioni più esterne del Sistema Solare per non fare mai più ritorno, vengono chiamate "comete non periodiche". L’esigua dimensione e la fugacità delle apparizioni li rendono oggetti difficilmente studiabili sui quali molto si è dibattuto in passato.
Ad oggi la teoria più accreditata sostiene che i nuclei cometari siano degli oggetti di forma irregolare costituiti da varie sostanze sotto forma di ghiaccio, principalmente acqua, monossido e biossido di carbonio, metano e ammoniaca con mescolati in egual misura aggregati di polveri e vari minerali rocciosi.
Quando una cometa si avvicina al Sistema Solare interno, il calore del Sole fa sublimare gli strati di ghiaccio più esterni, cioè si verifica il passaggio diretto dallo stato solido a quello gassoso, senza passare per quello liquido. Le correnti di polvere e gas prodotte formano un'ampia, ma rarefatta atmosfera attorno al nucleo, chiamata chioma, può avere un’estensione superiore al milione di km.
Le radiazioni elettromagnetiche e le particelle provenienti dal Sole esercitano una spinta sulla chioma tale da "strapparla" dal nucleo e da disperderla nello spazio in direzione opposta al Sole.
Si formano così le code della cometa, una di colore verde-bluastro costituita da gas ed un’altra di colore bianco-giallastro costituita da polveri.
 
 

La cometa C/1995 O1 Hale-Bopp divenne perfettamente visibile ad occhio nudo nella primavera del 1997 anche nei cieli italiani, a causa della sua elevata luminosità e dimensione apparente assunse l’appellativo di “cometa del secolo”.
Chi la vide difficilmente potrà dimenticarla!

Fonte: rocketroberts.com

Cometa C/2006 P1 McNaught: la più luminosa cometa degli ultimi 40anni. Per gli abitanti dell’emisfero australe era perfettamente visibile anche ad occhio nudo all’imbrunire. La coda estremamente vasta copriva buona parte del cielo. In basso a destra nell’immagine è ripresa anche la Luna, che può essere utilizzata come utile confronto per rendersi conto delle imponenti dimensioni apparenti della cometa.

Fonte: ESO/Sebastian Deiries