LE STRUTTURE D'IMPATTO


I crateri meteoritici

Il 26 marzo 2003 si verificò una pioggia di meteoriti nella località di Park Forest, a sud di Chicago negli USA. Vennero recuperati molti campioni, alcuni dei quali nei giardini delle abitazioni in buche nel terreno poco profonde, le possiamo considerare come dei crateri in miniatura.

Fonte: Meteorites Australia (meteorites.com.au)

In questa foto è ritratto il maggiore dei nove crateri di Kaali, in Estonia. Ha una dimensione di 110 metri ed una profondità di 22 metri, la sua età è stimata in circa 4000 anni.

Fonte: wikipedia.org

Il termine cratere meteoritico (o cratere d'impatto) è usato per definire una depressione con una forma che ricorda quella di una scodella, approssimativamente circolare sulla superficie di un pianeta, di una luna, di un asteroide o di un qualsiasi altro corpo celeste solido. Queste strutture geologiche si originano in seguito alla collisione di meteoroidi, asteroidi o comete. Il materiale che costituiva la superficie del corpo celeste colpito viene scagliato attorno al cratere dalla violenza dell'impatto, questi depositi prendono il nome di ejecta, negli impatti più violenti possono disperdersi per centinaia di chilometri. Possiamo immaginare la collisione fra due oggetti celesti come una vera e propria esplosione di vastissima entità, generalmente il corpo impattante viene del tutto polverizzato ed il suo materiale si disperde.
L'ampiezza del cratere è strettamente legata alla dimensione dell’oggetto impattante, alla sua velocità, alla sua composizione ed alla quantità di energia liberata durante lo scontro. Quest'ultima grandezza può raggiungere valori a dir poco sconvolgenti, valutabili in centinaia o addirittura migliaia di bombe atomiche. Nel caso di grossi oggetti impattanti le spaventose forze in gioco possono produrre strutture geologiche secondarie dentro e fuori il cratere, anche a distanza di centinaia di chilometri.
Crateri di medie dimensioni possono presentare uno o più picchi centrali: la roccia dell'oggetto colpito viene compressa dall'impatto ed in seguito distendendosi (come in una sorta di rimbalzo) dà origine a questi picchi.
 
Volendo azzardare un esempio li possiamo immaginare come gli zampilli d’acqua quando si lanciano dei sassolini in un lago.
I crateri di dimensione maggiore possono essere contornati da un serie di spaccature circolari che si estendendono anche per parecchie centinaia di chilometri.
Osservando la Luna, magari aiutandosi con un binocolo o un piccolo telescopio, si può facilmente notare l’enorme quantità di crateri che ne caratterizzano la superficie. Molti altri corpi celesti del Sistema Solare presentano vasti segni di craterizzazione, come ad esempio i pianeti Mercurio e Marte, mentre sulla Terra è piuttosto raro imbattersi in una di queste strutture, infatti al giorno d’oggi se ne conosco circa 190, sparse sull'intera superficie terrestre. La loro rarità si spiega piuttosto facilmente pensando all'innumerevole quantità di eventi che nel corso del tempo hanno segnato la storia del nostro pianeta, eventi in grado di cancellare i crateri terrestri più antichi: terremoti, maremoti, vulcanesimo, tempeste, alluvioni, glaciazioni ecc. ecc. Tipicamente sugli altri corpi celesti, privi di atmosfera e geologicamente inattivi, i crateri possono perdurare illimitatamente. Eventualmente un cratere può essere cancellato da un ulteriore impatto nelle immediate vicinanze.
Della maggior parte dei crateri terrestri rimangono solamente tracce geologiche percepibili dopo approfondite ricerche sul luogo o grazie all'analisi di immagini satellitari, tuttavia alcuni rari crateri più recenti sono ancora chiaramente visibili.

Questa fotografia ritrae il famoso Meteor Crater in Arizona. È uno dei crateri meglio conservati su tutta la superficie terrestre. Ha un diametro di circa 1200 metri ed una profondità massima di 170 metri. Si stima che l’impatto avvenne circa 50 mila anni fa. Secondo le più recenti teorie l’oggetto che impattò contro il suolo doveva avere un dimensione di circa 50 metri, una velocità 13 km/s (46000 km/h) ed una massa approssimativa di 300 mila tonnellate. Parecchie meteoriti ferrose vengono ancora oggi trovate nelle zone attorno al cratere.

Fonte: M. Wadhwa

In questa immagine elaborata al computer si nota chiaramente una vasta distesa dalla forma circolare. È ciò che rimane di un antico impatto, ormai quasi del tutto cancellato, si tratta del cratere Ries, nel sud della Germania. Ha un diametro originario stimato di 24 km, una profondità di 100 - 150 metri, la sua età è stimata in circa 14.4 milioni di anni.

Fonte: NASA

 

Questa fotografia ci dà una chiara idea di come appaia la superficie lunare. Vediamo una gran quantità di crateri semplici, con la tipica forma a scodella. Il cratere di dimensione maggiore nel centro dell’immagine, presenta anche il caratteristico picco centrale, dovuto al "rimbalzo" della roccia in seguito al violentissimo impatto. Il suo diametro è stato calcolato in 114 km, mentre la sua profondità è di circa 5 km.

Fonte: NASA

Questa immagine mostra il cratere Valhalla, il più grande del Sistema Solare, scoperto dalle sonde Voyager su Callisto, una luna di Giove. Tutt’attorno al cratere centrale, del diametro di 360 km, si sviluppa un intricato sistema di anelli concentrici che si estende per oltre 3800 km.

Fonte: NASA

I pallini rossi su questa mappa mostrano i crateri ad oggi conosciuti sulla superficie terrestre.
Il più recente cratere conosciuto è stato formato nel 2007 (13.5 metri - Carancas, Perù), mentre il più antico è datato circa 2.4 miliardi di anni (16 km - Suavjärvi, Russia).
Il più piccolo cratere conosciuto ha un diametro di appena 13.5 metri (anno 2007 - Carancas, Perù), il più grande invece misura addirittura 160 km (circa 2 milairdi di anni - Vredefort, Sud Africa).
Attualmente in Italia non è stato trovato con sicurezza alcun cratere.

Fonte: Earth Impact Database (passc.net)